Chi scrive, è senza dubbio un appassionato dello
spinone, con il quale dopo averlo allevato divide amarezze e soddisfazioni
nei ring delle esposizioni e nei campi di prove.
Quello che dirò non è l'orgoglio di voler dimostrare
una certa tesi, ma solo tanta volontà di riunire un cerchio di
appassionati disposti a collaborare, perché quello che noi desideriamo è
la conoscenza delle cose che più ci interessano, nel mio dire posso anche
sbagliarmi e sarei contento se qualcuno crederà opportuno correggermi.
Prima di tutto è mia intenzione precisare che, nell'intento di creare
questo cerchio, ho incominciato con il chiedere al consiglio direttivo del
Club Italiano Spinoni il permesso di fondare una delegazione regionale per
l’Umbria, con lo scopo di aiutare nel limite del possibile il nostro
spinone. Avuto il consenso da parte del Club, mi sono impegnato a cercare
appassionati dello spinone, con la speranza che essi si facessero anche
soci della delegazione.
Così facendo la nostra delegazione umbra nel 1976 ha
raggiunto 32 soci spinonisti, i quali appassionatamente si sono dati da
fare e da questa collaborazione qualcosa è venuto fuori: abbiamo
organizzato una prova di caccia pratica per soli spinoni con in palio il
C.A.C. a questa prova con 20 iscritti purtroppo solo quattro sono andati
in classifica ma in compenso di notevole valore. Non abbiamo fatto in
tempo ad organizzare una «speciale spinoni» nell'Esposizione Nazionale di
Perugia, comunque anche qui abbiamo potuto ammirare ben 20 spinoni di
buono stampo; ci promettiamo di fare sempre meglio nei prossimi anni con
la speranza di essere sempre più numerosi. Inoltre abbiamo frequentato
alcune mostre e field trials alla ricerca di buoni spinoni, di nuove
conoscenze; purtroppo alla resa dei conti sinceramente devo dire che oggi
lo spinone non è nelle condizioni di ben figurare, quindi ci vorrà un
impegno ancora maggiore per cercare di migliorarlo, soprattutto nel lavoro
dove purtroppo si nota decisamente la deficienza. Dobbiamo allevare
seriamente selezionare meticolosamente scegliendo con molta attenzione i
riproduttori, sia geneticamente che morfologicamente e lo ripeto questi
soggetti oltre che a dare tutto dal lato agonistico, devono dare anche i
cuccioli. Nella mia ricerca ho incontrato molte femmine che per
trascuratezza ed anche disinteresse dei proprietari si sono invecchiate
senza dare alla luce neanche un cucciolo. Questo per la selezione è molto
grave perché non ci dà nessuna possibilità di scelta. Un'altra cosa molto
importante è quella di non scoraggiasi, quando si ha in mente l’idea di
accoppiare la propria femmina; scelto il maschio più adatto non si deve
poi rinunciare se questi si trova lontano, bisogna invece stringere i
denti tirar su le maniche e raggiungere lo scopo prefissato altrimenti i
sogni, le speranze, andranno in fumo. Come ho già detto, oltre a stare
molto attenti sulla scelta dei riproduttori bisognerà essere accorti sulla
scelta dei cuccioli ricordando che non è certo il numero che fa la
qualità. Quando poi le nuove promesse saranno pronte, le porteremo nei
ring e nei field trials, ed allora avremo soddisfazioni amarezze e
delusioni, ed il cuore ci farà sentire qualche battito di gioia. A questo
punto studiamoci molto bene lo Standard e quando vediamo uno spinone
proviamo piano piano a misurarglielo. Non lasciamoci confondere da qualche
illuso, come un certo Signore, il quale durante un’esposizione perse tanto
fiato per far credere che lo spinone non deve avere la cresta
interparietale, non sapendo che in uno spinone se non avessimo la cresta
interparietale, la quale va a fondersi con l'apofisi occipitale, avremmo
senz'altro un cranio un po’ arrotondato, o meglio rotondeggiante, un
cranio così conformato è tipico del korthals e quindi sarà un grave
difetto che penalizzerà lo spinone.
Ma perché la mia osservazione possa apparire più
chiara ai lettori, ho ritenuto giusto mostrare queste importantissime foto
di cranio di spinone e di korthals, tratte dal libro «Lo Spinone Italiano
e le razze affini» nelle quali si può notare la netta differenza tra il
cranio dello spinone e quello del korthals. Un altro fattore molto
importante (almeno per me) è il colore del mantello nei roano marrone in
quanto qui non si sa da che parte andare: c'e chi preferisce il grigio
acciaio, il grigio cenere, o il grigio beige, e poi c’è chi come me si
batte per il colore tonaca di frate. Siccome anche qui abbiamo due tonache
di diverso colore preciserò che io intendo quella del frate cercatore che
è quella a tinta calda, di questo parere è anche il carissimo Ennio Deho'
con il quale ho passato abbastanza tempo a parlare di spinone, e con lo
stesso mi sono trovato pienamente d’accordo quando mi ha detto che: se lo
spinone avesse incontrato nel suo cammino un allevatore dello stampo di
Paolo Ciceri oggi sarebbe in condizioni di ben figurare; d’altronde basta
dare uno sguardo all’inestimabile contributo che ha portato al bracco
italiano, quanti Campioni Assoluti sono sortiti dal suo allevamento e
anche oggi i nuovi campioni sia di lavoro che di bellezza hanno per lo più
sangue del suo allevamento. Vorrei descrivere lo spinone come lo vedo io:
non sono molto esigente, quando vedo uno spinone con una bella testa con
occhi espressivi, con un buon cranio, purché non piatto (il quale il più
delle volte porterebbe anche canna nasale corta) una buona divergenza
degli assi longitudinali cranio facciali, un orecchio ben portato, una
costruzione potente massiccia con armonia delle forme e con arti a posto
già sono contento, purché questo spinone si muova, poi non starei ha
cercare la pelle del bue, purché sia una buona pelle: anche il pelo dovrà
essere buono, ma senza pretendere quello del cinghiale, perdoniamogli il
pelo più morbido sul muso. se non è perfettamente corto sul cranio, se ha
un orecchio un po' abbondante (sempre meglio di quello scarso) se ha le
unghie brune invece che marroni come il mantello, insomma guardiamo il
cane senza cercare il pelo nell'uovo, purché, e valga la pena di
ripeterlo, il cane si muova. Al giudice esperto basteranno pochi passi per
capire se quel cane ha voglia di andare o è nato stanco e vive per
riposarsi.
Spero che quanto ho detto ed ho proposto di fare
serva anche a stimolare altri appassionati di altre regioni a fare altre
delegazioni, organizzare raduni, scambiarsi opinioni consigli e anche
cuccioli di allevamento, per migliorare questa antica razza italiana; ma
stiamo attenti, non lasciamoci confondere da chi va predicando che per
ottenere un miglioramento nello spinone, bisogna buttarci dentro il
pointer. Se vogliamo dedicarci ad una razza, dobbiamo farlo per il bene
della razza stessa, non per seguire qualche illuso, e neanche per la sola
soddisfazione dei cartellini tricolori o pluricolori, a meno che questi
non siano stati guadagnati nei campi di prove. Per quelli di ring io
sinceramente direi che quando un cane ha raggiunto il titolo di Campione
può bastare, lasciando il posto ai figli se ne ha prodotti di tipici,
collezionare cartellini a ripetizione fino ed oltre i dieci anni non serve
a niente ai fini di un serio e onesto allevamento, orientato a migliorare
una razza.
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I am passionately fond of the
Spinone and after breeding it, I am sharing joys and sorrows in show rings
and fields.
What I will explain won't be the
pride to demonstrate anything but the will of gathering a few keen
breeders well disposed towards collaboration, because what we want is the
knowledge of what we are interested in. I may be wrong, and I should be
very happy if someone thinks right to correct me.
Thanks to the board of
directors of "Club Italiano Spinoni" I founded a Regional delegation in
Umbria with the aim of helping our Spinone. Then I made up my mind to find
someone keen of Spinone hoping that they would have joned the Club as
members.
In 1976, therefore, our umbrian
delegation reached 32 members which, through a collaboration, organized
field test for Spinoni only offering as a prize the C.A.C. Unfortunately,
only 4 competitors out of 20 had a good result, but these four were all of
excellent merit. We could not organize a Special competition for Spinoni
during the National show in Perugia, however we could see 20 Spinoni of
good breed. Moreover we visited some shows and field trials trying to find
good Spinoni and new friends, unfortunately nowadays our Spinone in not
under favourable conditions and it will take time to improve it
particularly in its work.
We have to breed and select with scrupolous
attention choosing sires and bitches according both to their pedigree data
and morphology and I want to stress that these dogs have to be very active
in the competitive sport but give pups too. In my analysis I found many
females which, neglected by its owners, grew old without having a pup.
This is the worst thing for the selection because it does not give a
chance to make a choice.
Another important thing is not to get discouraged
when you want to breed your own female; once the most suitable male is choosen, you don't have to renounce if he is a long way off, you have to
grit your teeth, to roll up your sleeves and to attain the goal. Otherwise
all the dreams and hopes will end in smoke.
Besides choosing the parents with
attention, you have to grade up the pups, because quality counts more than
quantity. When the pups will be grown up, you will lead them to show rings
and to field tests where you will feel satisfactions and disappointments.
Now you have to study the
Standard very well and when you see a Spinone try to measure it. In this
particular breed the interparietal crest has to fuse with the occipital
apophysis; otherwise you will have a round skull, characteristic of the
korthals, but a serious fault which will damage the Spinone.
Cranio di Spinone – Skull of Spinone
Cranio di Korthals – Skull of Korthals
These two photos, taken from the
book "Lo Spinone Italiano e le razze affini", show the differences between
the Spinone and the Korthals skulls.
Another important characteristic
is the colour of the coat of the brown roan Spinone. Somebody has
preference for steel-grey, ash-grey, beige-grey, others, like me, prefer
the monk's habit brown, the mendicant friar frock warm hue.
Ennio Dehò is of one mind and
think that if the Spinone would have met a breeder like Paolo Ciceri,
nowadays would look better; one may look at the contribution which he gave
to the Italian Bracco, how many Champions he had and how many new
champions wheter of work or of beauty come from his kennel.
Now I would like to describe how
I see the Spinone. I'm not very exacting: when I see a Spinone with a
shapey head and expressive eyes, with a good skull not flat (which could
cause a short snout), a good divergence of the longitudinal axis, a good
hear, a stocky body with forms conformity and good legs, I am satisfied,
provided this Spinone is able to move. The skin should be fine without
pretending the ox skin; the coat too should be good, but not like the wild
boar. Forgive the Spinone if the hair is more tender on the snout, even if
it is not short on its head, if it has an ear a bit wide (better then
small), if it has its nails dark instead of brown like the coat, on
condition that the Spinone is able to move. To the expert judge are
sufficient few paces to know if the Spinone is willing to walk or is born
to be lazy.
Field Trials
I hope everything I said and
suggested is useful to rouse somebody's interest in organizing meetings,
exchange opinions, advices and pups, to improve this ancient italian
breed; let's pay attention to who is telling that to improve the Spinone
we must use the english pointer. If we want to devote ourselves to a
breed, we have to do it for the breed, and not for follow some poor fool
or only for the satisfaction of winning field trials. As for shows, I
think that when a Spinone become Champion, should leave the place to its
offsprings. Collect labels for 10 years and more it's totally pointless in
order to have a serious and honest breeding.
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